Concerto di Nagme Yarkin e Murat Yerden a Camini (RC)


K
ate Van Orden, nel saggio introduttivo al volume Seachanges, music in the Mediterranean and Atlantic worlds (2022), scrive che: 

“non è più possibile concepire le culture dell’età moderna come confinate, fisse e incontaminate. Nell’ultimo decennio, le storie di musiche e musicisti in viaggio si sono moltiplicate con forza, scuotendo la coerenza di visioni statiche ancorate all’identità nazionale, religiosa o etnica.”

La visione musicologica del Mediterraneo, fino a questo momento fortemente influenzata da paradigmi culturali legati all’epoca del nazionalismo, si sta quindi focalizzando sui processi di ibridità, cosmopolitismo e globalizzazione che hanno interessato questo mare fin da tempi abbastanza remoti. 

In questo senso uno strumento come la lira, può essere considerato uno straordinario esempio di questa dimensione “transmediterranea” che ha portato nel corso dei secoli uomini, oggetti e culture a passare da una sponda all’altra di questo specchio d’acqua, traducendosi e ibridandosi con le tradizioni locali con cui venivano a contatto.

Proprio questa rinnovata visione del nostro mare, da intendere come ponte più che come muro, ci ha spinti a proporre, insieme a un comune che dell’accoglienza di altri popoli ha fatto la propria bandiera, un ciclo di eventi culturali che hanno come scopo quello di riscoprire le nostre radici, in particolare quelle musicali, attraverso l’incontro e la condivisione con l’altro.

Il primo di questi incontri ha visto come protagonisti Nagme Yarkin, una giovane suonatrice di Kemençe e Murat Yerden, musicista e liutaio, entrambi provenienti da Istanbul, che hanno tenuto un seminario residenziale sulla musica ottomana. Il kemençe è uno strumento del tutto affine alla nostra lira: ha la stessa forma, lo stesso numero di corde e le caratteristiche aperture semicircolari che si trovano su tanti strumenti calabresi. Tuttavia questa particolare versione si è adattata e sviluppata per eseguire il raffinato repertorio del Makam ottomano, caratterizzato da linee melodiche molto elaborate e caratterizzate da intervalli microtonali. Nei due giorni di seminario Nagme e Murat hanno fornito ai partecipanti una visione globale del linguaggio musicale del Makam nei momenti didattici e hanno fatto ascoltare nei concerti serali la voce di questo strumento e il suo repertorio. Proprio a questo momento di condivisione e trasmissione si riferisce questo video che riprende integralmente il concerto del sabato sera.

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