Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Nağme Yarkin: il Kemençe tra tradizione ottomana e jazz

Immagine
  Nağme Yarkin è una musicista e didatta turca che ha fatto della lira di Costantinopoli (o Klasik Kemençe in turco) il suo strumento d'elezione. Proviene da una famiglia di musicisti ed ha approcciato lo strumento fin dall'età di 11 anni, dopo aver cominciato a suonare il pianoforte a 3 anni. Nağme ha studiato anche composizione ed ha, per il suo dottorato di ricerca, composto un concerto grosso per un ensemble di strumenti turchi e orchestra barocca. Insieme al fratello Baturay Yarkin  fa parte di progetti musicali in duo o in quartetto in cui spaziano dalla musica tradizionale turca al jazz alle composizioni inedite. In Italia ha collaborato con il liutista e compositore Ugo Nastrucci  con cui ha eseguito musica antica (vedi  qui  un esempio) Fa anche parte di Silkroad  un progetto musicale promosso dal violoncellista Yo-Yo Ma che riunisce musicisti di tutto il mondo riunendone in un ensemble le diverse tradizioni musicali. nella clip che segue Nağme esegue la trascrizione

Intervista all'ensemble Gamut: l'antica musica che parla alla contemporaneità

Immagine
  L' Ensemble Gamut!  cerca, attraverso un processo collettivo di ricerca, improvvisazione e condivisione, di approcciare il repertorio antico e tradizionale con una lente nuova, cercando cioè di traghettare nella contemporaneità musiche provenienti da contesti storici e geografici spesso molto lontani.  Seguendo questa intuizione, la fondatrice dell'ensemble Aino Peltomaa, ha coinvolto anche il musicista Ilkka Heinonen che approccia uno strumento tradizionale finlandese come lo Jouhikko  in maniera innovativa, adattandolo a nuovi contesti sonori. Nella nostra intervista abbiamo parlato del loro approccio al repertorio, di come riescono ad integrare in un progetto comune le diverse anime dei componenti e dei loro progetti a breve termine. Il loro ultimo lavoro discografico UT! , pur discostandosi da quello che normalmente ci si aspetterebbe da un album di musica antica ha ricevuto importanti riconoscimenti in Finlandia e critiche molto positive in tutta Europa. 

la "tarantella du Barilli", un classico del repertorio della lira calabrese

Immagine
Francesco Trimboli, "U Barilli" Francesco Trimboli, probabilmente nato sul finire dell'800 e morto nel 1964, era un mugnaio di Agnana , nella Locride. soprannominato Barilli , era riconosciuto come un virtuoso dai musicisti documentati nel corso della ricerca sul campo della cooperativa R.L.S. come Domenico Tropea e Giuseppe Fragomeni . Essendo già morto nel momento in cui venne effettuata la ricerca, la sua suonata caratteristica venne cantata da Domenico Tropea agli etnomusicologi e così registrata e documentata nel CD frutto di quella ricerca. Domenico Tropea (ai flauti e canto) insieme a Giuseppe Fragomeni (Lira) Con il rilancio dello strumento avvenuto in seguito alla ricerca e il conseguente accostamento di giovani musicisti a questi repertori la "tarantella du Barilli" è divenuta una specie di standard del repertorio della lira: la melodia viene infatti suonata dalla maggior parte delle persone che si accostano alla lira calabrese. In questo post cercher

Il Kemençe: la lira colta di Istambul

Immagine
Il seguente articolo è liberamente tratto da uno scritto di Cem Behar apparso sulla rivista   ( Sanat • Kültür • Antika  Magazine: Music & Art, Volume 7, Autumn 1997 )  e tradotto da Phaedon Sinis   per il suo sito sulla lira (consulta qui   la pagina contenente l'articolo). Il Klasik kemençe (in turco) o Lyra Politiki (in greco) è uno strumento utilizzato, come lascia intuire il nome greco, nella zona di Istambul. L'aggettivo politiki si riferisce appunto a questa città. Originatosi probabilmente all'interno della comunità ellenica che da secoli era presente in città, fu adottato dai musicisti di palazzo Topkapi fin dal XVII secolo. Esistono infatti dei registri in cui vengono menzionati lavori di riparazione degli strumenti dei musicisti di corte e delle concubine. Un documento di pagamento risalente al 1680 documenta un ordine di un Kemençe con intarsi in madreperla e la riparazione di strumenti già esistenti. Durante il regno di Selim III , quindi alla fine del 

Intervista a Lassi Logrén: musica e ricerca

Immagine
  Lassi Logrén è un polistrumentista finlandese (suona violino, jouhikko ed altri strumenti tradizionali) che ha iniziato il suo percorso con le lire ad arco all'età di 12 anni, nel 1987. Fa parte di gruppi folk come Varttina  e Freija . Da qualche anno ha iniziato un percorso di ricerca artistica presso la Sibelius Academy  di Helsinki. in questo percorso di ricerca Lassi ha in programma, studiando i repertori tradizionali dello Jouhikko di Carelia, Estonia e Norvegia (in questo caso indirettamente tramite il repertorio dell' Hardanger fiddle ) di comporre una "nuova musica tradizionale" per questo strumento. Durante l'intervista abbiamo parlato dei suoi progetti ma anche di alcune caratteristiche degli strumenti da lui utilizzati, alla ricerca di un equilibrio tra tradizione e innovazione. alcuni link per scoprire la musica di Lassi: - canale youtube - facebook - pagina personale su samspill

Ensemble Gamut: dalla Finlandia oltre il tempo e lo spazio

Immagine
  L' Ensemble Gamut  è un collettivo di musicisti finlandesi provenienti dall'ambito della musica antica e della musica popolare accomunati da una forte attitudine alla sperimentazione, alla ricerca di nuovi modi per eseguire i repertori della musica antica. La loro ricerca combina l'uso di strumenti storici e l'elettronica in una maniera inovativa, combinando la musica medievale e rinascimentale con le melodie tradizionali finlandesi, l'improvvisazione e paesaggi sonori contemporanei. Il loro album di debutto, UT è stato pubblicato il 4 dicembre 2020. i componenti sono: Aino Peltomaa : cantante e musicista specializzata nel repertorio medievale, rinascimentale,  conteporaneo e nella musica improvvisata. Collabora con diversi ensemble e gruppi in Finlandia e all'estero, ha ottenuto diversi assegni di ricerca per i suoi lavori artistici. Ha un master in musica e psicologia. Ilkka Heinonen : musicista e compositore di Helsinki, suona lo Jouhikko, il contrabbasso

Pasquale Iervasi: il suono nascosto

Immagine
  Pasquale Iervasi, contadino di Gioiosa Ionica, classe 1910, nel momento in cui la coop. R.L.S. effettuò la propria indagine sul campo alla ricerca della lira all'inizio degli anni '80, suonava raramente e solo in casa, quasi vergognandosene.  In quel periodo  la lira, come afferma un altro suonatore intervistato dalla cooperativa, Francesco Carlino, veniva associata ad un periodo di miseria, quando per vivere si "guardavano" le pecore e si camminava scalzi.  L'attività dei pochi suonatori rimasti va quindi considerata una forma di resistenza culturale, nel momento in cui lo strumento costituiva lo stigma della miseria atavica di quei luoghi, l'antitesi di una modernità che in quel momento si stava affermando pienamente anche nei luoghi più remoti della Calabria. Iervasi era, a detta dei ricercatori, il più virtuoso dei suonatori documentati durante la ricerca. il suo stile dal fraseggio molto asciutto e spezzato è estremamente riconoscibile, anche se condiv

Johannes Tinctoris: la misteriosa viola greca del "De inventione et usu musicae"

Immagine
Johannes Tinctoris  (1435-1511) fu un compositore, teorico e strumentista di origine fiamminga attivo anche presso la corte napoletana del re Alfonso d'Aragona nella seconda metà del Quattrocento. Nel De inventione et usu musicae , un trattato giunto incompleto, Tinctoris descrive una serie di strumenti e nel Quarto libro si occupa specificamente di quella che definisce lyra,  detta volgarmente   l eutum  (liuto)  e degli strumenti da essa derivati come viole, ribeche, citole e tambura (leggi qui  un articolo contenente il testo latino originale . Dopo aver descritto la forma e l'accordatura di questo strumento (parla anche di un'invenzione tedesca, cioè quella di aggiungere alle corde in budello delle corde di ottone accordate all'ottava inferiore), Tinctoris descrive la viola, caratterizzata  dal fondo piatto e  dalle rientranze dei fianchi dello strumento (nella maggior parte dei casi). Non viene detto esplicitamente che questa tipologia di viola sia uno strumento ad

videoarticolo: Dorothea Baumann Gli strumenti ad arco del medioevo e del rinascimento - parte 2

Immagine
 seconda parte del videoarticolo dedicata alle proprietà fisico-acustiche degli strumenti ad arco

videoarticolo: Dorothea Baumann Gli strumenti ad arco del medioevo e del rinascimento - parte 1

Immagine
videoarticolo Baumann - parte 1 — Watch Video con questo video inauguriamo la serie dei videoarticoli in cui cercherò di spiegare alcuni articoli scientifici che mi sembrano interessanti per la ricerca sulla lira calabrese. Il primo di questi riguarda un articolo comparso nel 1999 sugli strumenti ad arco medievali e rinascimentali. L'articolo verrà analizzato in dettaglio perchè contiene molte informazioni utili alla ricostruzione degli strumenti musicali ad arco in epoca storica ed alla loro prassi esecutiva.

Lo Jouhikko finlandese: alle origini della lira ad arco

Immagine
 Lo Jouhikko  è uno degli strumenti che rendono più evidente la connessione tra l'antica lira greco-romana e gli strumenti ad arco come la lira calabrese. Non è infatti subito chiaro come mai il termine lira sia passato dall'indicare uno strumento a corde pizzicate, senza tastiera e suonato con il plettro a uno strumento ad arco piuttosto simile al violino come ad esempio la lira da braccio , tanto da generare le errate rappresentazioni medievali e rinascimentali di Orfeo o Omero dotati di lira da braccio o di lirone da gamba. Proprio strumenti come lo Jouhikko e la Talharpa (la versione estone dello strumento) rendono esplicito il passaggio dagli strumenti antichi agli archi. Questo passaggio avvenne secondo Werner Bachmann (link a una recensione del suo libro qui ) intorno all'anno 1000 con l'introduzione dell'arco dall'Asia in Europa attraverso il mondo islamico. Qui probabilmente venne applicato agli strumenti esistenti ovvero le lire. Nel nord Europa er

Calabria greca 2: La lira in Calabria

Immagine
Il disco  Calabria greca 2: La lira in Calabria (link youtube qui ) costituisce attualmente l'unica documentazione discografica del repertorio della lira calabrese tradizionale. Si tratta del frutto della ricerca sul campo intrapresa dalla cooperativa R.L.S. tra il 1981 e il 1987 sulla costa jonica della provincia di Reggio Calabria. l'area della Locride Originariamente diffusa anche nella zona costiera tirrenica, nel momento in cui la ricerca fu effettuata gli ultimi suonatori tradizionali di questo strumento vivevano tutti nelle contrade collinari tra i comuni di Siderno, Gioiosa Jonica e Gerace.  localizzazione dei suonatori registrati nel CD Le registrazioni documentano un repertorio composto da diversi "generi" musicali: - sonata a ballo: si tratta dello stile più comune, che può essere accostato alle musiche da ballo diffuse nella regione. - canti di questua: le registrazioni documentano un canto di questua che si effettuava accompagnati dalla lira per le feste

Uno strumento tra oriente e occidente: aperture musicologiche sul tema della transculturalità

Immagine
Il tema della transculturalità e dell'ibridità nel campo della musicologia e più specificamente in quello della musica antica è relativamente recente ed in molti casi visto con sospetto, spesso tacciato di essere un espediente per produrre miscugli di stili che mancano del rigore scientifico e filologico richiesto dalla prassi storicamente informata. Sicuramente la tendenza a mescolare stili e generi è in parte il riflesso della nostra epoca globalizzata. D'altra parte però, è anche vero che l'idea di una cultura, ed in particolare di una cultura musicale "pura" è allo stesso modo un mito più che una realtà.  Le culture che vengono a contatto si influenzano reciprocamente in maniera più o meno evidente, e la coesistenza di culture diverse conduce in maniera quasi inevitabile a un'interazione. Uno strumento come la Lira rappresenta in maniera tangibile l'ibridità culturale in contesti storici che siamo abituati a considerare come culturalmente omogenei. Rec

giornate di studio "EXPÉRIMENTER LE TIMBRE DANS LES PRATIQUES VOCALES ET INSTRUMENTALES DES MUSIQUES MODALES"

Immagine
Nei giorni 15 e 16 aprile 2021 si è svolta in modalità telematica la conferenza dell'università Paul Valery di Montpellier  (link al programma qui ) intitolata "sperimentare il timbro nelle pratiche vocali e strumentali delle musiche modali". Gli interventi riguardavano prevalentemente la musicologia medioevale con alcune interessanti aperture al mondo dell'etnomusicologia, della liuteria storica e di altre discipline suscettibili di apportare contributi alla migliore comprensione della musica di epoche passate. La questione del timbro è spesso considerata in maniera marginale nel mondo della cosiddetta interpretazione "storicamente informata", ed è forse l'elemento che risente di più dei pregiudizi dovuti ai parametri estetici ereditati dalla cultura musicale accademica, ancora di stampo romantico (come è stato detto da uno dei relatori). Il timbro è infatti per sua natura l'elemento più sfuggente del fenomeno musicale, forse quello che può essere d

La lira di Martoretta

Immagine
 Il compositore calabrese del '500 Giandomenico Martoretta, originario della città di Mileto, viene citato in un poema coevo come suonatore di uno strumento denominato nel testo latino "chelys". Questo paper, presentato alla conferenza MedRen di Edimburgo il 4 luglio 2020 da Amedeo Fera e Vincenzo Piazzetta, propone la suggestiva ipotesi che lo strumento in questione possa essere una forma di lira. Attraverso l'analisi dei termini musicali contenuti nel poema e delle informazioni che possono essere desunte da altre testimonianze documentarie e iconografiche viene indicato anche un possibile uso di questo strumento all'interno del repertorio polifonico del tempo. Autori: Amedeo Fera e Vincenzo Piazzetta

La lira in epoca storica: uno strumento fantasma?

Immagine
La motivazione della presenza della lira (o meglio delle lire) in Calabria costituisce un enigma di difficilissima risoluzione, su cui, probabilmente, possono essere fatte solo delle ipotesi. Questo strumento è stato rilevato esclusivamente in contesti rurali (sebbene esista qualche testimonianza del suo uso in contesti più urbani) e, nel momento in cui diventa oggetto della ricerca etnomusicologica, la sua area di diffusione in Calabria è ristretta a due piccole zone della parte centro-meridionale della regione. In  una di queste (quella del monte Poro in provincia di Vibo Valentia), la lira era presente solo nella memoria ma non nell'uso mentre nell'area ionica del sidernese era suonata da qualche anziano ma pressoché scomparsa dalla vita musicale dell'area.  La lira viene  considerata un'eredità della cultura ellenica della regione e collegata alla famiglia più ampia delle lire del mediterraneo orientale con cui condivide le caratteristiche principali: forma a pera,

il blog della società della lira

Immagine
 Questo blog si propone di raccogliere articoli e informazioni che riguardano la lira calabrese e gli strumenti affini come ad esempio il rabel, la ribeca e lo jouhikko. I contributi riguarderanno non solo lo strumento in sé ma anche tutto ciò che ruota intorno ad esso. i temi affrontati infatti saranno: - organologia - etnomusicologia e musicologia storica - repertorio e prassi esecutive - musiche modali - storie legate allo strumento. http://dlvr.it/RxnCh7