Il Kemençe: la lira colta di Istambul



Il seguente articolo è liberamente tratto da uno scritto di Cem Behar apparso sulla rivista  (Sanat • Kültür • Antika Magazine: Music & Art, Volume 7, Autumn 1997e tradotto da Phaedon Sinis per il suo sito sulla lira (consulta qui  la pagina contenente l'articolo).

Il Klasik kemençe (in turco) o Lyra Politiki (in greco) è uno strumento utilizzato, come lascia intuire il nome greco, nella zona di Istambul. L'aggettivo politiki si riferisce appunto a questa città.

Originatosi probabilmente all'interno della comunità ellenica che da secoli era presente in città, fu adottato dai musicisti di palazzo Topkapi fin dal XVII secolo. Esistono infatti dei registri in cui vengono menzionati lavori di riparazione degli strumenti dei musicisti di corte e delle concubine. Un documento di pagamento risalente al 1680 documenta un ordine di un Kemençe con intarsi in madreperla e la riparazione di strumenti già esistenti. Durante il regno di Selim III, quindi alla fine del '700 il palazzo ordinava regolarmente strumenti ai liutai della città.

L'identità di questi artigiani è purtroppo sconosciuta sebbene alcuni di loro potrebbero essere stati gli stessi musicisti attivi a corte, di cui invece conosciamo i nomi.

Abbiamo quindi, nel caso del Kemençe, dei documenti che attestano già da un'epoca abbastanza antica l'utilizzo di uno strumento della famiglia della lira all'interno di un contesto che non è più quello popolare ma quello di una corte imperiale che rivaleggiava in quanto a splendore e cultura con quella asburgica o francese (leggi qui un articolo in inglese sulla cultura e l'arte alla corte ottomana).

I primi liutai di cui siamo a conoscenza vissero nella seconda metà del XIX secolo: si trattava di costruttori di Oud e Kemençe, mentre non ci sono giunti nomi di artigiani che fabbricavano altri strumenti come ad esempio il Tambur, uno strumento usato sicuramente a corte almeno per tre secoli ma che non viene menzionato esplicitamente nei registri. Questo fatto potrebbe indicare una particolare considerazione in cui venivano tenuti i costruttori di questi strumenti tra la metà e la fine del XIX secolo. 

Tra i liutai storici del Kemençe spicca Baron. Liutaio di origini armene, era nato nel 1834 a Samatya, il quartiere armeno di Istambul e morì sempre ad Istambul nel 1900. Baron era originariamente un carpentiere ma in seguito cominciò a fabbricare strumenti musicali, che vennero acquistati anche dalla corte imperiale. Nonostante abbia prodotto diversi tipi di strumenti, sono i suoi Kemençe che ne hanno tramandato la reputazione fino ai nostri giorni. Circa 20 dei suoi strumenti sono giunti fino a noi. Baron definì gli standard dello strumento classico, alleggerendolo dal punto di vista della decorazione ma migliorandone le caratteristiche sonore.


Sembra che quello che oggi viene chiamato kemençe "classico" non sia stato utilizzato nella musica classica ottomana più seria ed in particolare nel genere denominato fasil, fino alla fine del XIX secolo. Prima di allora, questo strumento veniva collegato alla comunità zingara e veniva suonato dai köçekçe  nei kaba saz cioè gli ensemble di musica per danza.  Di questa pratica ci è giunta indirettamente una testimonianza filmata in cui si vede Lambros Leontaridis, uno dei virtuosi del kemençe di inizio '900 suonare in uno di questi ensemble in una scena di danza tratta da un film greco degli anni '50.

E' stato grazie al perfezionamento dello strumento da parte di liutai come Baron e alla reputazione di virtuoso di Tanburi Cemil Bey che questo strumento è stato adottato in ensemble musicali più "seri"come l'ince saz composto da strumenti a corda e tamburi. 

autore: Amedeo Fera

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