La lira calabrese: dal Barilli alle nuove generazioni di musicisti - un incontro promosso da Tarantella Power a Tiriolo


Il 6 agosto 2021, nell'ambito dell'ormai storico festival Tarantella Power giunto alla XVII edizione si è svolto a Tiriolo (CZ) un incontro-dibattito dedicato alla lira calabrese, per la quale, evidentemente, si è reso necessario tracciare un bilancio e per cui sono ancora da individuare le direttrici di uno sviluppo che possa permettere a questo strumento di trovare una degna collocazione all'interno del panorama musicale  contemporaneo.
L'incontro è stato moderato da Danilo Gatto che in apertura si è domandato il motivo per cui negli ultimi anni questo strumento ha riscosso così tanto successo tra le nuove generazioni. Si è passato infatti dai circa 8 suonatori censiti dalla storica ricerca della coop. R.L.S.  degli anni '80 agli oltre 100 di oggi. Questa domanda intendeva suscitare una riflessione sul modo in cui le nuove generazioni si approcciano ad uno strumento il cui contesto sociale e culturale è scomparso.
Gabriele Trimboli ha individuato nell'esotismo della lira il motivo di questo successo. Ha poi proseguito il suo intervento parlando della sua ricerca sul campo, in cui ha avuto modo di conoscere diversi suonatori tradizionali che non erano stati censiti dalla ricerca degli anni '80. Gabriele ha sottolineato come il suo radicamento sul territorio (vive e abita a Siderno) e il fatto di avere ereditato dal nonno una "nominata" che gli ha permesso di entrare come persona di famiglia nelle case degli ultimi suonatori, hanno contribuito a portare alla luce gli ultimi testimoni di uno strumento che lui ha definito molto intimo e che nella maggior parte dei casi veniva suonato all'interno delle mura domestiche per cui neanche i vicini spesso erano a conoscenza dell'attività musicale legata alla lira.
Dalla sua ricerca è emerso un contesto molto più articolato rispetto a quello rilevato ormai quarant'anni fa dalla cooperativa R.L.S., fatto di legami personali e relazioni sociali che si riflettono negli stili musicali. In questo senso, Gabriele ha riproposto la suonata di Francesco Sansalone, un mugnaio di Agnana il cui stile, pur nella sua originalità è legato ad altri suonatori della sua area come Pasquale Iervasi e Antonio Martino, rendendo così evidente un meccanismo di trasmissione dei suoni tipico del mondo agro-pastorale calabrese, che all'interno di un linguaggio condiviso fa emergere delle peculiarità legate al territorio, alla famiglia e all'individuo. Questo è vero sia per i suoni che per gli strumenti musicali, che presentano moltissime varianti legate a tradizioni costruttive molto localizzate e spesso molto personali.
Ha poi proseguito Federica Santoro che si è avvicinata alla lira tramite il padre e il nonno, che facevano parte di un gruppo folkloristico del catanzarese. La passione per lo strumento la ha spinta poi ad approfondire lo studio della lira con Antonio Critelli e, successivamente, del violoncello che oggi studia in conservatorio. L'approccio di Federica alla lira è sicuramente molto personale e si distacca molto da quello che è stato tramandato dalla tradizione. Come ha affermato lei stessa il suo percorso è stato molto diverso da quello di Gabriele ed orientato fin da subito ad un'esigenza performativa più che di ricerca. 
Infine Francesco Denaro musicista di San Vito allo Jonio ha illustrato il suo percorso sulla lira che è partito dallo studio e dall'assimilazione del repertorio tradizionale ed è poi proseguito ricercando una personalizzazione dello stile dettato dall'esigenza di contestualizzare il proprio modo di suonare all'interno della contemporaneità. Francesco si è successivamente approcciato alla lira cretese, strumento sicuramente molto affine alla nostra lira, con una tradizione musicale molto ricca ed articolata. Avvicinarsi a questo tipo di repertorio, ha sottolineato Francesco, ha significato anche guardare lo strumento calabrese sotto un'altra lente. Non è tanto la varietà melodica ad essere importante anche nella musica cretese, quanto la capacità di variare e abbellire quelle melodie rendendole personali. Si tratta sicuramente di un approccio abbastanza simile a quello che possiamo riscontrare in Calabria, per quanto superficialmente le due tradizioni musicali possano sembrare distanti. Potremmo dire che, al di là del fraseggio melodico e di alcune tecniche che sono molto diverse, l'intenzione sia la medesima.

In conclusione Danilo Gatto ha sottolineato come all'interno del conservatorio di Catanzaro, in cui sono attive delle classi di strumenti musicali tradizionali come zampogna o chitarra battente, la lira abbia faticato a trovare un suo posto in virtù del fatto che manca un metodo di insegnamento e che ha, ad oggi, un repertorio molto limitato.
Da questo limite oggettivo però, sarebbe auspicabile che si inneschi una riflessione condivisa sul futuro della lira che, pur essendo anche un simbolo identitario della regione, rischia di essere considerato uno strumento che dà la possibilità di dare un "colore" locale alla musica ma con pochissime potenzialità sul piano del linguaggio musicale contemporaneo. Diverse esperienze (dalla Gadulka bulgara, al Kemençe turco alla stessa Lira cretese) ci insegnano però che questo strumento può e deve trovare una collocazione all'interno del panorama musicale contemporaneo e può contribuire con la sua voce e la sua storia a ripensare anche le modalità con cui la nostra tradizione musicale può essere trasmessa e perpetuata.
L'auspicio è che da questo incontro possa formarsi un gruppo di lavoro che possa riprendere in mano il futuro di questo strumento permettendogli di abitare la contemporaneità 


 autore: Amedeo Fera

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