Eliot Bates - la vita sociale degli strumenti musicali: parte 2 - approcci analitici

Il seguente post è liberamente tratto da un articolo di Eliot Bates apparso sulla rivista Ethnomusicology nel 2012. L'articolo integrale è liberamente consultabile e scaricabile qui.

 Dopo aver passato in rassegna alcuni studi sul Tanbur persiano come quelli di Hooshmandrad e Fozi, che allargano il campo dell'organologia a questioni normalmente affrontate in campo etnomusicologico, sociologico e psicologico, Bates passa ad esporre il suo approccio per lo studio di uno strumento come il Saz: "In breve sostengo un paradigma che possa abbracciare tutta la gamma di relazioni umane, divine e tra oggetti che si possono osservare nella realizzazione di strumenti musicali, nella performance, nella guarigione musicale ed in numerosi altri campi". Quando parla di "vita sociale degli strumenti musicali" Bates non si riferisce ad approcci utilitaristi o semiotici (Riggins) o politici (Appadurai) bensì ad una varietà di approcci che vengono dai STS e da recenti studi sulla materialità in campo antropologico ed etnografico (per una sintesi vedi questo articolo di Law) accomunati dal fatto di prendere in esame "la capacità performativa ed integrativa delle cose, ritenute capaci di contribuire a creare quella che viene definita società e che teorizzano il sociale come un'entità che include persone, animali, oggetti materiali, spazi e idee/concetti".

In questo senso la actor-network theory (ANT) definisce un "attore" come una fonte d'azione (quindi indipendentemente dal fatto che l'attore agisca o venga agito da terzi), ed un "assemblaggio" come un'insieme di oggetti eterogenei e di relazioni attraverso cui questi oggetti costituiscono un insieme. 

L'allargamento del campo delle reti sociali ad entità di diverso genere ha implicazioni profonde sulla concezione umanistica dell'azione: la capacità di agire (agency) diventa non già una capacità inerente solo agli esseri umani ma viene vista come "distribuita differentemente in un'ampia gamma di tipi ontologici" (Bennet 2010). In breve, qualsiasi oggetto materiale acquisisce una capacità d'azione che Bennet definisce "thing-power", ovvero "la curiosa abilità degli oggetti inanimati di animare, di agire, di produrre effetti grandi e piccoli" in questo senso la capacità di agire propria dell'umanità deve essere interpretata come "materialità vitale. In altre parole, le capacità umane sono in sè stesse un tipo di thing-power". Questo approccio non nega l'intenzionalità ma ne allarga il concetto inserendola all'interno di una catena di azioni e reazioni che coinvolgono diversi soggetti. Il concetto di assemblaggio supera inoltre la dicotomia tra cultura e contesto teorizzando che entrambi si formano simultaneamente. 

Gli strumenti musicali sono un contesto privilegiato in cui osservare le reti ANT perché coaugulano intorno a sè una miriade di relazioni sociali.

Autore: Amedeo Fera



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