Le macchie lucane bagnate dal fiume Mississippi: Un concerto-studio che indaga le affinità tra la tradizione lucana e la musica degli afro-americani



Accettura è un paese della provincia di Matera famoso per la festa del Maggio, un rito arboreo abbastanza simile a quello della pita di Alessandria del Carretto. La tradizione musicale di questa parte della Lucania è ricca di canti sia religiosi che profani ed è caratterizzata dall'uso della zampogna a chiave diffusa tra la parte settentrionale della Calabria e il Cilento.

Vincenzo Barbarito è un batterista di origini lucane ma che vive e lavora a Milano. In occasione del suo lavoro di tesi intitolato “Le macchie lucane bagnate dal fiume Mississippi: musiche e tradizioni a confronto”, Vincenzo ha proposto un concerto, tenutosi ad Accettura il 25 agosto 2021, che, partendo dalle melodie ereditate dalla tradizione della sua area si è contaminato con le sonorità jazz e blues che vengono dalla sua formazione accademica. Il percorso musicale di Vincenzo ha integrato questi linguaggi così diversi eppure così simili, nella loro radice,  per il fatto di essere intimamente collegati, come afferma Tullia Magrini (vedi il suo libro Aspetti del canto monodico in Italia), "alle tensioni emotive che sono alla base dell'espressione musicale".

La batteria di Vincenzo Barbarito è stata accompagnata dal pianoforte di Edoardo Maggioni, dal flicorno di Andrea Baroldi, dal contrabbasso di Francesco Carcano e per l’occasione dalla zampogna di Mauro Venezia. L'evento è stato organizzato dall'Archivio Multimediale Accettura da cui Barbarito ha attinto le registrazioni che hanno dato l'avvio al suo lavoro interpretativo.

In calce a questo contributo mi sembra interessante notare come il lavoro di Vincenzo vada considerato come un'interessante modalità di approccio all'eredità musicale del mondo agro-pastorale del meridione. La relazione del musicista con il materiale ereditato non è stata infatti dettata dall'esigenza di elaborare un prodotto commerciabile sui palchi ma, al contrario, da un coinvolgimento affettivo (presente nelle rielaborazioni anche una canzone cantata dalla nonna di Vincenzo) e da un'esigenza di studio, cioè un modo di prendere in considerazione il materiale sonoro che necessita dedizione e concentrazione da parte del musicista. Altro aspetto interessante è la dialettica tra il lavoro artistico-musicale di Vincenzo e la ricerca etnomusicologica condotta dall'Archivio di Accettura: questa dinamica dimostra che l'etnomusicologia non è solo musealizzazione ma può fungere da motore per la produzione di nuove espressioni artistiche.

Autore: Amedeo Fera

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