Eliot Bates: musica e materialità
Eliot Bates è un musicista e musicologo originario di Santa Barbara (California) e che attualmente, oltre a partecipare e condurre diversi progetti musicali, è professore associato del dipartimento di etnomusicologia della City University of New York. I suoi interessi di ricerca sono legati alla musica turca e alle tecnologie applicate alla musica. Il suo approccio metodologico è caratterizzato dall'interesse nei confronti dell'aspetto materiale degli strumenti e delle tecnologie musicali e della vita sociale.
Questa interessantissima conversazione, che aveva come punto di partenza un suo articolo pubblicato nel 2012 sulla vita sociale degli strumenti musicali (link qui) e recensito sul nostro blog (vedi qui, qui e qui) ha spaziato da aspetti legati alla sua esperienza musicale di musicista ed etnomusicologo a questioni metodologiche.
In particolare, è emerso come nella visione di Bates, la materialità in campo etnomusicologico sia un aspetto che viene spesso sottovalutato ma che in realtà fornisce una chiave di lettura che rimette al centro le dinamiche che si instaurano tra esseri umani proprio attraverso la mediazione di un oggetto, come ad esempio uno strumento musicale, che è dotato di agency (termine tradotto in italiano come agentività), un concetto che proviene dalle scienze sociali e che si riferisce alla facoltà di far accadere cose. A proposito della sua esperienza con l'oud, ad esempio, Bates spiegava come ai tempi in cui aveva scritto l'articolo la prassi etnomusicologica prevedeva per l'appunto di imparare lo strumento con un maestro descrivendo poi il processo di apprendimento e il significato culturale della pratica musicale. In questo approccio però lo strumento stesso, che in realtà è il centro della relazione tra maestro e allievo, scompare. Proprio l'oggetto che rende possibile la relazione sociale e che ne è la causa scompare dall'analisi etnomusicologica. Proprio partendo da questa consapevolezza Bates ha pensato di centrare la propria analisi proprio sull'oggetto sonoro, sul suo potere di far accadere relazioni sociali e sui significati culturali che assume su di sé.
In una fase successiva (a partire dal 2013) dopo gli studi sulla musica turca Bates ha pensato di concentrarsi sulle tecnologie musicali proprio per testare i limiti delle teorizzazioni fatti con le precedenti ricerche sulla musica turca. Anche in questo caso la materialità degli oggetti entra in gioco in maniera prepotente. Eliot ci spiegava, ad esempio, come nel circuito della sintesi modulare ci siano discussioni sull'origine geografica dell'acciaio utilizzato per produrre i componenti dei sintetizzatori, spesso anche molto accese. Questi fenomeni dimostrano come anche in un tipo di musica che potremmo considerare molto astratto e delocalizzato in relazione a strumenti e tradizioni musicali millenarie come quella turca, ci siano in realtà dei modi di considerare il fenomeno sonoro comuni e spesso (anche nel XXI secolo) svincolati da quella razionalità che riteniamo sia alla base della cultura occidentale contemporanea.
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