L'iconografia sul Kemençe è abbastanza ristretta, abbiamo tuttavia alcune testimonianze di questo strumento sia in fonti turche che europee.
Questa immagine proviene da un monastero serbo e dovrebbe risalire al XIV secolo: si nota uno strumento molto simile alle lire in uso nei balcani come il Kemane macedone.
Questa invece è una miniatura di Ender ûnlu (1793) Secondo Fikret Karakaya, questa immagine è la prova che il kemençe veniva suonato nelle osterie già a fine '700.
Questa immagine si riferisce a un trattato francese: Charles-Henri de Blainville Historie générale, critique et philologique de la musique (Parigi 1767). Nel trattato viene mostrata la "lire à trois cordes". Benché la raffigurazione sia molto imprecisa (come quella degli altri strumenti raffigurati) questa menzione individua lo strumento come lira che quindi risulta essere uno strumento tricorde dalla forma a pera. Inoltre testimonia il fatto che tale strumento interpretato da un occhio occidentale possa assumere caratteristiche organologiche simili a quelle della ribeca (o del violino).
Al 1869 risale invece la descrizione del "Kemangeh" tratto dal catalogo descrittivo del South Kensington museum.
In questa immagine del 1809 si vede un musicista accompagnare con la lira il ballo di due donne. La raffigurazione proviene dal Victoria and Albert Museum dove è arrivata nel 1895. Nella didascalia si legge “The identity of the artist is unknown, though Turkish scholars believe that he was part of the studio or circle of Konstantin Kapidagli” pittore di etnia greca attivo alla corte ottomana tra fine '700 e inizio '800.
L'immagine precedente viene dalla chiesa della Panagia di Lindos (Rodi) la chiesa, edificata nel XIII secolo ma ristrutturata diverse volte nel corso dei secoli. L'immagine ritrae indiscutibilmente una lira, peraltro abbastanza simile alle raffigurazioni turche di questo strumento.
l'immagine precedente proviene da un libro di Hızır Ağa'nın scritto nel XIX secolo. Ersu Pekin definisce questo strumento, che assomiglia piuttosto a un gusle "Kemani kıbti" cioè violino zingaro.
La collezione Carrand al museo nazionale di Firenze ospita invece un bassorilievo in avorio, presumibilmente risalente al X/XI secolo, che raffigura un ragazzo nell'atto di suonare uno strumento assimilabile alla lira. Interessante è la posizione da gamba dello strumento che viene appoggiato sul ginocchio.
le immagini commentate provengono dal profilo facebook del liutaio
Murat Yerden
Commenti
Posta un commento