Performatività e musica di tradizione orale: alcune considerazioni

Carmen Miranda in una samba

il seguente post è liberamente ispirato a un'articolo di Andrès Amado, "In Defense of Performativity: How “Performativity” Helps Us Understand the World Around Us" consultabile qui

"Everything’s an act, from the minute we wake up and open our eyes.”
Frances de Ponte, The air you breathe

Questa citazione viene da un romanzo ispirato dalla figura di Carmen Miranda, cantante e attrice portoghese naturalizzata brasiliana, che divenne famosa negli Stati Uniti esportandovi un'immagine stereotipata ed esteticamente esagerata della cultura brasiliana.

La frase che Frances De Ponte fa dire alla cantante Graça, la protagonista del suo romanzo, non sembra essere applicabile alle culture tradizionali, a cui generalmente viene associato un concetto di purezza ed una mancanza di finzione che impediscono di interpretarne le espressioni culturali in termini di messa in scena.

A ben vedere però, le parole di Graça, che sfidano esplicitamente la nozione corrente di performance come facciata, cioè qualcosa di inautentico e disconnesso dalla realtà, dovrebbero essere applicate a qualsiasi manifestazione culturale, sia essa uno spettacolo hollywoodiano o un canto di mietitura eseguito nelle campagne della Calabria. Citando RuPaul Charles si potrebbe dire che "we are all born naked and the rest is drag" cioè a parte nel momento della nascita in cui si è nudi, già nel momento in cui veniamo vestiti cominciamo ad entrare nella performance teatrale della nostra vita.

In una cultura popolare questa performance è spesso molto influenzata dalla tradizione e per di più non esiste una distinzione tra performance e realtà come succede nel mondo contemporaneo: in questo senso essa è molto più radicale perché quella che potremmo definire messa in scena investe gran parte del vissuto di una persona: l'individuo culturalmente "nudo" è molto spesso ben poco visibile nel contesto di una cultura tradizionale.

Il fatto che noi tendiamo a pensare alla messa in scena in campo artistico come qualcosa di posticcio e quindi di separato dal mondo reale ha radici molto antiche nella cultura occidentale: la parola "ipocrita" ad esempio, che viene usata per indicare le discrepanze tra le parole e le azioni di una persona, viene dalla parola greca che designava gli attori.

Come dice Andrés Amado "come persona che studia la musica per professione, mi trovo spesso circondato da persone che spendono innumerevoli ore ad esercitarsi, a provare e a interpretare. Tutti loro obietterebbero sul fatto che qualsiasi emozione o idea cerchino di comunicare tramite la loro performance non sia vera semplicemente  per il fatto che si sono esercitati per realizzarle. Al contrario, poiché hanno sperimentato gli effetti trasformativi delle arti performative, reclamano che queste arti sono indispensabili all'esperienza umana".

Trasportando il discorso alla musica di tradizione orale, sarebbe forse il momento di abbandonare la visione di questo tipo di fenomeni culturali come espressioni ingenue e spontanee di un non ben definito "spirito del popolo" e di considerarle a tutti gli effetti delle arti performative che richiedono pratica, sperimentazione e dedizione per essere eseguite in un contesto dove la trasmissione della cultura non avviene più in maniera automatica, semplicemente vivendoci dentro, ma deve essere un apprendimento frutto di una scelta deliberata e consapevole.

Autore: Amedeo Fera


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