La lira come strumento modale: temperamenti e scale

 

Pitagora mentre studia il temperamento

Potremmo definire il temperamento come l'insieme di relazioni tra gli intervalli delle note che vengono utilizzate in un dato sistema musicale. Il temperamento attualmente utilizzato nella musica occidentale viene definito equabile ed è prodotto attraverso una suddivisione aritmetica dell'intervallo di ottava in dodici parti uguali che corrispondono alla scala cromatica. Questo tipo di temperamento venne messo a punto per favorire il passaggio da una tonalità all'altra senza che tali passaggi risultassero troppo "stonati" all'orecchio. Si tratta quindi di un sistema che privilegia la possibilità di utilizzare tutte le note della scala cromatica a discapito della purezza dell'intonazione delle note stesse in relazione a un dato sistema scalare.

I sistemi modali in uso nell'area del Mediterraneo, quelli cioè del mondo islamico e quelli pre-tonali del mondo cristiano, che trovano tutti origine nei temperamenti ereditati dalla tradizione dell'antica Grecia, privilegiano invece le relazioni interne tra i suoni di un dato sistema scalare e quindi usano temperamenti che (semplificando in maniera estrema e forse un po' imprecisa) facciano suonare bene quegli intervalli che sono contenuti nella scala diatonica (per intenderci quella senza alterazioni, cioè i tasti bianchi del pianoforte). 

Il teorico Ercole Bottrigari nel suo Desiderio suddivide gli strumenti in diverse tipologie a seconda di quanto questi siano capaci di modificare la propria intonazione per accomodare le differenze di intonazione di alcune note rispetto al temperamento. Bottrigari distingue in questo modo:

“Gli strumenti al tutto stabili sono quelli, che de poi che sono accordati dal diligente Mastro, non si possono alterare a patto alcuno & questi sono Organi, Clavacembali, Arpicordi, Spinette, Arpe doppie: che per le semplici non si può sonare, se non il puro Diatonico Diatono qual più piace. Gli strumenti stabili, ma alterabili sono tutti quelli che da poi che sono accordati dal sonator diligente, si possono alterare con l’accrescere & minuire in qualche parte, mediante il buon giudicio del sonatore toccando i loro tasti un poco più sù, un poco più giù. Et questo interviene nel Lauto & nelle Viuole benché habbiano la stabilità dei loro tasti. Il medesimo aviene negli strumenti da fiato, come Flauti diritti e traversi, Cornetti diritti, & torti & simili che habbino la sua stabilità mediante i loro buchi, nondimeno il diligente sonatore si può accomodare con un poco più, un poco meno fiato & anchora con aprire un poco più e un poco meno i fori di quello e accostarsi al buon accordo quanto più potrà & questo fanno i diligenti sonatori di tali strumenti. Gli strumenti al tutto alterabili sono tutti quelli che non hanno né buchi né tasti come sono Tromboni, Ribechini e Lire e simili, i quali per non avere ordinariamente tasti né foro che il pongano freno, possono vagare qua & la secondo però il volere del diligente sonatore, con allungare & accorciare un poco più, un poco meno i tiri, come vengano nominate le canne del Trombone (...) medesimamente la Lira e il Ribechino toccando le corde sopra il manico un poco più su, un poco più giù secondo la volontà e il piacere del sonatore”

Gli strumenti al tutto alterabili a cui appartengono violini e lire, ed in generale tutti gli strumenti che non hanno tasti, consentono la maggiore adattabilità a qualsivoglia temperamento perché, escludendo le corde a vuoto che hanno un'intonazione fissa, le altre note possono essere modificate a piacimento. Nel mondo arabo-islamico in cui ancora oggi si utilizza un sistema modale, gli strumenti in uso tendono ad escludere l'uso di tasti (come ad esempio l'oud rispetto alla chitarra) e, anche nel caso di strumenti ad intonazione fissa come il kanun, vengono utilizzate delle levette che permettono di alterare l'intonazione delle note mentre si suona. Un sistema modale complesso come quello del maqam ha quindi bisogno di strumenti che possano assecondare la tendenza a modificare l'intonazione di alcune note che sono soggette a variazioni all'interno del modo. Nell'intervista che segue, il musicista Sami Abu Shumays mostra come la nota MI possa avere almeno 12 diverse intonazioni a seconda del contesto modale in cui viene utilizzata.


La lira calabrese è sicuramente uno strumento che può essere ricondotto a questo tipo di concezione musicale: forse ancor più di uno strumento dotato di una tastiera come il violino, le lire per il loro sistema di tastatura possono assecondare la variabilità di intonazione richiesta dai sistemi modali come quello del maqam o più propriamente, nel caso della lira, dell'octoechos di origine bizantina.

nel caso della lira calabrese, assecondare la natura di questo strumento per svilupparlo e portarlo in un contesto musicale diverso da quello della musica tradizionale significherebbe sicuramente andare in direzione del linguaggio modale.

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