lira e balli "moderni"

 

I "Quattro Siciliani" in una foto promozionale dell'epoca

Nel libretto allegato al CD Calabria greca 2: la lira in Calabria edito da Nota Records, viene riportato che il leggendario suonatore della locride Francesco Trimboli, detto Barilli (vedi qui un post relativo a una sua suonata) fosse considerato un virtuoso dello strumento perché capace di eseguire sulla lira i nuovi balli "moderni", ovvero polke, valzer e mazurke. Purtroppo non è rimasta alcuna traccia sonora di questo tentativo di "evoluzione" della lira sebbene nel repertorio della zampogna ci sia traccia di queste innovazioni: la coppia zampogna-ciaramella infatti a volte aggiunge al repertorio tradizionale alcune marcette come "Marina Marina" (vedi qui un esempio). 

Tale testimonianza, che probabilmente potremmo riferire agli anni della giovinezza di Trimboli, sarebbe interpretabile come un tentativo di adattare lo strumento a nuovi tipi di repertorio che circolavano, anche in Calabria, all'inizio del '900. 

Possiamo ipotizzare che partire da inizio secolo, soprattutto grazie alla diffusione della registrazione sonora anche i ceti contadini potessero cominciare ad accedere ad un repertorio musicale più "urbano" che fino a quel momento era stato appannaggio della classe artigiana: si tratta dei "ballabili" diffusi, fino all'avvento del fonografo, in special modo nell'ambiente delle barberie (che potremmo forse assimilare a una specie di conservatori popolari) e attraverso la circolazione di musicisti ambulanti, come ad esempio gli arpisti lucani provenienti da Viggiano

Una delle prime testimonianze fonografiche della diffusione di questo repertorio proviene dagli Stati Uniti, in cui già dagli anni '10 si era cominciato a registrare dei dischi ad uso e consumo delle comunità di immigrati dei vari gruppi etnici presenti in America. Il gruppo dei "Quattro Siciliani", oggetto di un interessantissimo studio di Giuliana Fugazzotto (link alla pubblicazione qui) fornisce una testimonianza della musica che le comunità italiane all'estero potevano ascoltare all'inizio del secolo. Questo ci può dare un'idea su quale tipo di repertorio poteva essere considerato "trasversale" in un'Italia che stentava ancora a trovare un'unità anche linguistica in quel periodo storico. I ballabili dei quattro siciliani sono infatti assimilabili al repertorio da barberia di cui parlavamo prima: in particolare compaiono già mazurke, polke e valzer, generi di origine mitteleuropea che si erano diffusi già da metà '800 anche in Italia in ambienti borghesi e che saranno la base da cui si svilupperà in seguito il liscio emiliano-romagnolo a partire dagli anni '20 (vedi qui un articolo su questo tema). Da notare come la diffusione di questi repertori in ambienti popolari abbia prodotto uno sviluppo anche a livello organologico con la messa a punto di strumenti come l'organetto diatonico e successivamente la fisarmonica. 

Anche in altri contesti musicali come quello emiliano-romagnolo si assiste in questo periodo a un mutamento dei repertori nelle classi popolari: dalle antiche danze di origine rinascimentale diffuse nella provincia emiliana, le cosiddette danze staccate (alcune quasi perfettamente sovrapponibili alle arie che si trovano nei trattati del '500) si passa all'affermazione delle danze mitteleuropee di cui abbiamo parlato. Da notare come anche in questo caso uno strumento ad arco tradizionalmente utilizzato per l'esecuzione di questi repertori tradizionali come il violino sia entrato in crisi a vantaggio di altri strumenti come il clarinetto, il sassofono e la fisarmonica (vedi qui un articolo di Placida Staro dedicato all'uso del violino nei repertori tradizionali della valle del Savena).

E' difficile immaginare come Francesco Trimboli possa aver adattato questi repertori alla lira, ma una migliore comprensione della diffusione e integrazione di questi repertori nella società contadina calabrese del '900 potrebbe aiutare a interpretare quei mutamenti che, anche in campo musicale, hanno prodotto una radicale trasformazione della società calabrese.

Un sentito ringraziamento va a Placida Staro e a Diego Resta per la consulenza sulla musica da ballo emiliana.

autore: Amedeo Fera


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