La timbrica nella lira di Calabria: I Parte
La Lira di Calabria è un cordofono ad arco appartenente al mondo degli strumenti musicali sommersi, dimenticati e poi riscoperti: questo percorso di rinascita è stato reinserito in un ambito culturale e sociale totalmente differente da quello in cui era stata presente fino al secolo scorso.
Plastino, nel suo libro Lira, uno strumento musicale tradizionale (link al libro qui), riferisce di testimonianze raccolte secondo cui tra vari elementi: “... era il timbro della lira a caratterizzare tra loro paesi o sub-aree (...) Nonostante l’utilizzazione di legni diversi per la costruzione di una lira, ne veniva prescritto culturalmente uno solo -.E’ possibile affermare che, nella scelta del legno da adoperare nella costruzione di una lira, in entrambe le aree di diffusione e uso era necessario tenere conto di una richiesta sonora precisa, condivisa e implicitamente sollecitata dall’ampia fascia sociale dei fruitori del suono dello strumento. La richiesta poteva essere soddisfatta dal suonatore-costruttore scegliendo determinati legni”.
In questi anni, a seguito della riscoperta dello strumento e il suo diffuso inserimento in un contesto musicale etno-folk, spesso si è persa l’attenzione verso l’idea di timbro che a seguito del suo riconoscimento legittimava l’appartenenza a una specifica area. Culturalmente ciò è dovuto alla già citata perdita di un continuum con il contesto di riferimento, in cui il timbro riconosciuto e da esprimere era da guida e l’autocostruzione era la regola inoltre, a fianco e legato a quanto detto, c’è lo sviluppo di una diffusa produzione artigianale/industriale che spesso non tiene conto della “estetica del suono” ma si limita alla sola realizzazione materiale dello strumento, senza interrogarsi sull’estetica e la filosofia costruttiva che ci è stata tramandata. Costruire uno strumento come la lira significa infatti ricollegarsi ad un mondo e ad una concezione estetica e timbrica che sono state interrotte: bisogna quindi approcciarsi a questa operazione considerando tutte le implicazioni che lo strumento, inteso come oggetto che porta con sé una specifica concezione estetica e culturale, esprime.
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