Qual è il posto delle musiche di tradizione orale nella società contemporanea?

 Durante la nostra intervista al musicista finlandese Lassi Logrén è emersa una questione molto interessante riguardante le musiche di tradizione orale ed il loro posto nella società contemporanea.

Lassi, nel suo percorso di ricerca artistica (leggi qui un breve articolo su questo approccio di ricerca) ha iniziato con l'occuparsi della documentazione relativa agli ultimi suonatori di Jouhikko di inizio '900, ed in particolare di Feodor Pratsu, musicista della Carelia finlandese.

il musicista finlandese Feodor Pratsu

Lassi Logrén che esegue un brano del repertorio di Pratsu

Nell'affrontare questo repertorio, Lassi non si è limitato a interpretarne le musiche, ma ha cercato, in qualche modo, di mettersi nei panni del musicista tradizionale innanzitutto interrogandosi su cosa significasse imparare a suonare quel tipo di musica. Il concetto di studiare per raggiungere un'interpretazione accettabile di un brano e quindi presentarlo al pubblico è un fatto prettamente legato una cultura musicale, per così dire, accademica. Nel mondo tradizionale infatti "esercizio" e performance spesso vengono a coincidere, per cui Lassi ha pensato di imparare i brani anche in luoghi aperti alla gente  per sperimentare sulla sua pelle questa differenza di approccio. Nel momento in cui ha poi presentato il risultato della sua prima parte di ricerca ad un pubblico, lo ha fatto pensando alle circostanze in cui i musicisti tradizionali suonavano: si trattattava ovviamente, più che di palchi, di ambienti di vita in cui questo "pubblico" continuava a rimanere nel contesto spaziale e temporale della propria esistenza mentre ascoltava musica. Mancava cioè il concetto di "sospendere" il proprio vissuto per concentrarsi sul concerto o sulla performance, fatto che caratterizza i luoghi del fare musica contemporaneo. Se ci si pensa bene, perfino uno spazio dedicato alla musica, che sia una sala da concerti o un palco in una piazza sono delle "tecnologie" sconosciute al fare musica tradizionale. Lassi perciò,durante la sua performance ha invitato i presenti a continuare a vivere la propria vita mentre ascoltavano la musica.

E' ovvio che un'impostazione del genere, che sottrae l'evento sonoro alla possibilità di essere trasformato in merce e quindi venduto ad un pubblico, costituisce una contraddizione rispetto al contesto socio-economico in cui una versione per così dire "aggiornata" della musica tradizionale dovrebbe vivere. Un percorso di ricerca come quello che Lassi sta effettuando permetterebbe di sottrarre la musica tradizionale dalla mercificazione ricollocandola in un ambito, quello della ricerca, svincolato dalle necessità del consumo musicale. In questo senso solo una chiara presa di posizione politica e i relativi investimenti che dovrebbero essere fatti per garantire questa libertà artistica, potrebbero permettere alla musica ispirata dalla tradizione di poter sopravvivere senza dover essere trasformata in merce, cosa che negherebbe la sua stessa essenza.

Da questi spunti, che ci piacerebbe approfondire in futuro, dovrebbe nascere una riflessione profonda sul senso del fare musica tradizionale (ed in un certo qual modo tale riflessione andrebbe estesa anche a quella che viene chiamata musica antica) e su come i contesti e i modi di questo fare musica possano influenzare, anche profondamente, il risultato sonoro.

autore: Amedeo Fera



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